9/12- Franco Fontana: «Comitato protagonista nella Coppa del Mondo»

9-12-2008 Sabato prossimo alle 16, allo stabilimento termale, festa di apertura della nuova stagione sciistica, nel corso della quale, fra l’altro, verranno presentati gli sponsor e l’Agenda dello Sciatore. Prevista anche la premiazione dei club con attività pluriventennale. Si parlerà, ovviamente, del calendario 2008-2009, a partire dalla Coppa del Mondo femminile di Tarvisio, in programma dal 20 al 22 febbraio. Evento che vedrà fortemente impegnato anche il Comitato Fisi Fvg.
«Nel 2007 eravamo sostanzialmente rimasti esclusi dall’evento, salvo un piccolo ruolo per le scuole – afferma il presidente della Federsci regionale Franco Fontana -. Invece in quest’occasione l’assessore regionale Luca Ciriani ci ha affidato un compito ben più impegnativo, ovvero far conoscere agli studenti del Fvg gli sport invernali e il territorio montano attraverso una serie di incontri con tecnici e atleti. Quanto alle giornate di gara, l’obiettivo è portare 200 giovanissimi sciatori ad assistere gratuitamente al superG di sabato 21».
– Quindi è soddisfatto del rapporto instaurato con la nuova amministrazione regionale?
«Certamente, mi hanno dato tutto ciò che chiedevo. Anche con il precedente esecutivo c’era un buon feeling, anche se più formale».
– E la «disputa» Ciriani-Morzenti sul futuro di Tarvisio in Coppa del Mondo?
«Necessariamente dovrò essere io l’interlocutore fra le due parti. Ma se ne parlerà più avanti».
– Con Promotur, invece, i rapporti non sono idilliaci. O meglio, non lo sono fra lei e il presidente Vidoni.
«Con Vidoni non ho nulla. Se c’è un problema, è solo suo».
– Novità dopo l’allarme lanciato da Andrea Di Centa sulla possibilità che la pista «Laghetti» di Timau non apra per problemi finanziari?
«Con Ciriani stiamo lavorando per risolvere la situazione, anche perché mi sembra doveroso un giusto riconoscimento ad un territorio che nell’ultimo ventennio ha dato moltissimo allo sci di fondo, basti pensare ai fratelli Di Centa. Aggiungo che la Carnia meriterebbe una Coppa del Mondo di questa disciplina».
– Capitolo costi. Come se la passa il Comitato Fvg?
«Anche quest’anno chiuderemo un buon bilancio e credo saremo uno dei pochi Comitati a farlo. Questo è dovuto ai contributi della Regione e dei privati, che credono nel lavoro svolto sia sotto il profilo sportivo che di economia turistica. Uno studio ha dimostrato che gli 86 sci club e i loro 7.000 atleti tesserati Fisi, ma complessivamente gli iscritti alle società sono 26.000, spendono 30 milioni di euro all’anno, soldi che restano in regione. FriulAdria resta il nostro main sponsor, affiancato da Uniqa, Weissenfels, Coopca e famiglia De Martiis. Inoltre quest’anno gli inserzionisti dell’Agenda ci hanno portato oltre 30.000 euro».
– Però i singoli club fanno fatica a far quadrare i conti.
«Purtroppo è vero. Alcune società sono in difficoltà perché il nostro sport ha costi importanti e in questo momento non tutti possono permettersi spese extra. Per questo ho il timore che in questa stagione avremo numeri più bassi rispetto al passato. In ogni caso siamo venuti incontro a club e famiglie grazie all’accordo con Promotur, che consentirà ai giovanissimi neo-iscritti di sciare a costi molto bassi».
– Parliamo dello sci alpino, che negli ultimi anni ha regalato parecchie soddisfazioni.
«C’è stata una crescita eccezionale; sette anni fa c’erano cinque-sei giovani iscritti alle gare, oggi nelle classifiche Fis ci sono oltre 100 atleti. Dalla nostra regione sono approdati in azzurro Lucia Mazzotti, Jacopo Di Ronco, Mattia Casse e Luca Madaschi e per la prima volta il nostro Comitato è giunto terzo ai Campionati Italiani Giovani».
– La collaborazione con lo ski college "Bachmann" ha conosciuto momenti complicati. Come vanno ora le cose?
«Da alcuni anni abbiamo raggiunto un ottimo accordo: i litigi danneggiavano soprattutto gli atleti. E qui non posso non ricordare la figura di Luciano Lazzaro, uomo di equilibrio fra noi e il liceo. Ci manca e ci mancherà molto».
– Però c’è chi non vede ancora di buon occhio il fatto che nella squadra di Comitato ci siano studenti-sciatori extraregionali.
«Il problema si poteva porre qualche anno fa, quando nelle gare Fis avevamo non più di tre posti. Ora, grazie anche al "Bachmann", il contingente è salito a otto, perciò gli sciatori regionali più meritevoli in Comitato ci vanno comunque».
– Ci sarà nuovamente una squadra di snowboard?
«Assieme a Enzo Sima, responsabile del polo Promotur di Piancavallo, stiamo lavorando per portare un gruppo all’Alpe Adria, in Veneto, dal 19 al 22 gennaio. È il primo passo per rifondare la squadra. Alessia Follador? Avevo puntato su di lei, ma purtroppo non ci siamo capiti su quanto il Comitato può o non può fare».
 – È sbagliata la sensazione che lei si stia disamorando del suo ruolo?
«Fosse realmente così, non dedicherei tutto questo tempo alla Fisi, ricercando un coordinamento eccellente e i finanziamenti necessari a far funzionare discretamente il Comitato. È vero, però, che in questa ultima fase mi manca la collaborazione diretta dei consiglieri. A volte mi rattrista constatare che non vedo in loro l’entusiasmo che ho io».
– Viene accusato di essere un accentratore.
«Riconosco di riuscire a dedicare qualche ora del giorno alla Fisi, mentre altri, per motivi di lavoro e conseguente mancanza di tempo, non riescono a prendersi impegni importanti. Siccome il Comitato deve crescere, qualcuno il lavoro lo deve fare. Certo, un po’ più di collaborazione non guasterebbe, ma essendo quella di consigliere una carica onorifica e di volontariato, non si può obbligare nessuno. E comunque sbaglia solo chi non fa nulla e spesso vengo accusato in maniera impropria».
– Conferma che al termine di questo mandato, in scadenza dopo Vancouver 2010, si farà da parte?
«Assolutamente sì. Qualsiasi presidente, dopo due mandati ampi, deve lasciare, perché è giusto che altri trovino nuovi stimoli».
– Chi potrebbe essere il suo successore?
«Con alcuni amici stiamo valutando la situazione, perché vorremmo una certa continuità. Qualche personaggio di valore, che abbia entusiasmo e un buon rapporto con il mondo esterno, sicuramente c’è. Nomi? È troppo presto per farne».

di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino