26/1- SALTO: Andrea Morassi in volo verso Torino 2006

26-1-2006 Sarà uno dei partecipanti più giovani alle Olimpiadi di Torino e già questo potrebbe bastare a rendere indimenticabile l’evento. Invece Andrea Morassi , poco più che diciassettenne, può e vuole essere protagonista dal trampolino di Pragelato dopo l’esordio coi fiocchi nelle gare di Coppa del Mondo d’inizio stagione. Andrea è nato e vive a Ravascletto, che già vide in passato saltatori azzurri quali i fratelli Ermes e Leonardo De Crignis. Proprio quest’ultimo, poco più di dieci anni fa, diede il là a questa bella avventura:
«All’epoca avevo sei anni e Leo chiese ai miei genitori se volevano che io e mio fratello minore Simone provassimo a saltare. La risposta fu affermativa e l’estate successiva cominciammo a conoscere il trampolino di Tarvisio. Questo sport mi è piaciuto subito».
– Quando hai capito che potevi avere un futuro in questa specialità?
«Direi dall’anno passato. E’ stato fondamentale l’allenatore finlandese Lepisto, una persona seria, che ride poche volte, ci fa tenere i piedi per terra, almeno metaforicamente, ma non ci consente di mollare un attimo la tensione agonistica. Le prime avvisaglie si erano avute all’inizio della passata stagione, quando Stefano Chiapolino andava bene, ma tutti in allenamento eravamo sullo stesso livello».
– Infatti sei stato convocato anche per i Mondiali di Oberstdorf.
«Sì, ma ho effettuato solo gli allenamenti ufficiali, perché ero in crisi. Del resto fino a quel momento non avevo mai effettuato più di 7 gare all’anno e di colpo ero salito a 30».
– Qualche sensazione particolare lo scorso dicembre ad Harrachov, quando hai esordito in Coppa del Mondo?
«Sinceramente no, anche perché non è stato certo un punto d’arrivo. Vogliamo, e voglio, arrivare il più in alto possibile».
– Alla mitica Tournee dei "4 Trampolini" hai vinto l’oscar della sfortuna…
«Già. La regola del ko per due volte non mi ha consentito di entrare nella finale a 30 e di andare così a punti. Inoltre non sono stato fortunato negli accoppiamenti, trovando sempre avversari fortissimi. A molti questa regola non piace, però è anche vero che in questo modo sei spinto ad andare sempre più lungo».
– Cosa ti aspetti dalle Olimpiadi?
«Premesso che l’obiettivo deve essere sempre quello della vittoria, direi che sarei soddisfatto di un posto nei primi quindici, decisamente meno se uscissi dai trenta».
– Cominci a sentire l’attesa?
«Sì, ma senza alcuna tensione, sono assolutamente tranquillo. Io non soffro le competizioni, tant è che i salti migliori li faccio in gara, non nelle prove».
– A Vancouver 2010 potremmo vedere dal trampolino entrambi i fratelli Morassi ?
«Me lo auguro. Io, forte dei risultati conseguiti, cerco di spronare Simone, ma per il momento, avendo lui poco più di 16 anni, non ha ancora la testa. E’ più pesante di me e fatica ad accettare quelle rinunce che sono fondamentali nel nostro sport».
– E la scuola?
«Frequento lo ski college "Bachmann" di Tarvisio e sono al terzo anno. E’ difficile collimare sport e scuola, perché in sostanza posso studiare solo da fine marzo a giugno. Comunque ci provo».

di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino