7/12- BIATHLON: si riparte dalle 17 medaglie del 2005-2006

7-12-2006 Sette titoli italiani e altri dieci piazzamenti sul podio. Nella stagione 2005-2006 il biathlon è stata la disciplina che ha regalato il maggior numero di medaglie al Comitato Fvg. Un risultato che contrasta con l’assoluta mancanza di atleti regionali nelle squadre nazionali. Chiusa l’era di René Cattarinussi e di Ivan Romanin, l’ultimo esponente friulano in azzurro è stato Flavio De Santa, ma la sua esperienza nel gruppo giovanile è durata lo spazio di un anno. Le prospettive, però, sono confortanti e lo stesso responsabile regionale del biathlon, Marco Flora, scommetterebbe sul fatto che i vari Daniele Piller Roner, Michael Galassi, Thomas Selenati, Alessandro Di Bert, Filippo Mozzi, Alessia Quaglia (tutti del ’90), possano un giorno entrare in squadra nazionale: «Però stiamo attenti a non creare false illusioni, altrimenti alle prime difficoltà il ragazzo crolla – dice – I nostri biathleti sono comunque seri, si impegnano molto e hanno il vantaggio di essere seguiti da un allenatore esperto come Giordano Baritussio, al quale si affiancano Riccardo Pittin e, da questa stagione, Ivan Romanin. E poi non dimentichiamo il dt Maurizio Del Fabbro, che per il biathlon darebbe tutto». Intanto per il gruppo dei ’90 la stagione si preannuncia dura: «Essendo al primo anno Juniores, gareggeranno con avversari più grandi di due anni, non certo un’inezia a quest’età – sostiene Flora -. Per motivi misteriori, la categoria Aspiranti comprende una sola annata, quella Juniores tre. In commissione biathlon aveva proposto di parificarle, ma l’ipotesi è stata scartata per un solo voto. Comunque pare che nella prossima stagione la federazione internazionale modificherà il regolamento». Difficile puntare a grandi risultati, quindi, anche se comunque i regionali se la cavano bene anche sul fondo, dove la maturità fisica si fa sentire di più. «Cercheremo di fare esperienza – afferma Flora – ma parteciperemo anche a Giochi Foge, in Spagna, riservati solo a ’89 e ’90. Inoltre, l’obiettivo è di portare qualche ragazzo ai Mondiali Juniores e Giovani della Val Martello». Mozzi escluso, gli altri fanno parte anche della squadra regionale di fondo. E’ possibile fare bene entrambe le cose? «Il fondo sarà attività residuale, il biathlon viene prima. Poi, ovviamente, essendo ragazzi, l’ultima scelta spetterà a loro, ma sono consapevoli che, visti i risultati, il biathlon può offrire loro prospettive più interessanti. In ogni caso prima di Natale parteciperanno ad una Nazioanle Giovani di fondo». Il 16 e 17 dicembre appuntamento invece, neve premettendo, con una Coppa Italia di biathlon in Val Martello. Nel frattempo proseguono le uscite, l’ultima delle quali nello scorso fine settimana a Obertiliach. Ricordando che alle spalle del gruppo Juniores si intravedono già piccoli talenti, primi fra tutti Erika Moro e Eugenia Mozzi, Flora illustra il movimento in regione: «I ragazzi sono attratti dalla carabina. Il problema è la mancanza di strutture, essendoci solo Forni Avoltri, senza dimenticare che i club non hanno i mezzi finanziari per assicurarsi un allenatore. Un esempio? Se utilizzi la carabina ad aria compressa, che spara a 10 metri e viene utilizzata fino agli Allievi, può bastarti un prato, ma quando ti devi esercitare sul piccolo calibro, ovvero 50 metri, devi ottenere tutte le autorizzazioni, perché potenzialmente è un’arma pericolosa». A Paluzza, comunque, qualcosa si sta muovendo: «La mia società, l’Aldo Moro, dal nulla ha creato con molte difficoltà un bel gruppo di 15 ragazzi – dice Flora -. Ai "Laghetti" di Timau abbiamo installato un poligono provvisorio con cinque sagome, in attesa di costruirne uno definitivo. Il contributo regionale c’è, ora servono i soldi del Comune e trovarli non è facile nonostante l’impegno dell’amministrazione, sempre molto vicina allo sport. Speriamo che il via libera venga dato il prossimo anno».

di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino