SCI FONDO- La relazione di Andrea Di Centa: Rapporti con la scuola

4-6-2003. Proseguiamo la pubblicazione della relazione di fine stagione di Andrea Di Centa, responsabile dello sci di fondo del Comitato Fisi Fvg.
Oggi in primo piano l “RAPPORTI CON LA SCUOLA”.


L’attività giovanile sportiva ha un compagno di viaggio sempre presente, la scuola. Forse è più giusto invertire i rapporti considerando che la scuola riveste un ruolo più importante. Quindi potremmo dire che la scuola ha un compagno di viaggio sempre presente, lo sport. Tra l’altro lo sport è anche una materia di insegnamento per cui sembrerebbe facile conciliare le cose. In realtà i rapporti scuola e sport non sono così facili.

In vero le recenti riforme scolastiche hanno in qualche modo facilitato questi rapporti. Resta il fatto che l’applicazione dell’autonomia scolastica in materia di gestione degli orari e di inserimento dello sport o dell’attività ricreativa nei programmi scolastici, rimane un po’ a discrezione delle singole persone. Infatti laddove ci sono Presidi o insegnanti favorevoli a queste attività, la scuola si è dimostrata molto vicina; al contrario laddove queste persone non hanno l’indole sportiva la scuola si allontana dalla pratica sportiva.

Nel complesso i rapporti tra scuola e sport meritano un approfondimento legato anche alla tipologia della scuola. Per quanto attiene alla scuola elementare e media (la valutazione interviene prima dell’entrata in vigore della nuova riforma) il rapporto è mediamente buono. In realtà la vicinanza dei plessi scolastici alla residenza dei giovani atleti, facilita alquanto questi rapporti. Di positivo sono da rimarcare alcuni esempi di integrazione tra scuola e sport. In alcune scuole per esempio, l’attività sportiva è divenuta parte integrante del programma scolastico.
Considerato il periodo scolastico, lo sport viene praticato all’interno delle ore di scuola proponendo di volta il volta lo sport di stagione. Strada molto valida da percorrere in quanto punta sulla multilateralità e mette in condizione i giovani di apprendere diversi sport, facilitando loro e i loro insegnati ad individuare lo sport preferito e quello più adatto alle proprie caratteristiche fisiche. Altro esempio di integrazione che stà crescendo di Direzione Didattica in Direzione Didattica, soprattutto laddove ci sono le scuole a tempo pieno, è la pratica dello sci nel pomeriggio. I ragazzi vengono portati sulle piste e le società sportive del comprensorio provvedono all’insegnamento della disciplina. In questo modo non solo l’atleta già avviato alla pratica agonistica ha la possibilità di allenarsi, ma possiamo reclutare altri giovani che per vari motivi non hanno mai messo gli sci ai piedi.

I problemi aumentano quando passiamo alla scuola superiore. In primo luogo, i ragazzi delle valli iniziano a spostarsi in pullman per raggiungere le scuole. Mediamente perdono un’ora di tempo all’andata ed altrettanto al ritorno. A questo dobbiamo sommare le difficoltà scolastiche e le materie di studio più impegnative e variegate; in alcune scuole ci aggiungiamo anche i rientri pomeridiani e le cose si complicano ancora. In questo passaggio un ruolo molto importante è rivestito dai genitori. Se si capisce il valore che ha lo sport, tutte le difficoltà si superano. Se lo sport diventa un peso ed a volte una scusa perché il proprio figlio non ce la fa a superare le difficoltà scolastiche, allora abbiamo perso il giovane atleta. Superato questo momento chiamiamolo di riflessione, con la scuola si può parlare e trovare un giusto equilibrio affinché scuola e sport possano coesistere. Nella stragrande maggioranza poi un grande atleta ha anche grandi capacità intellettive e spesso le difficoltà con la scuola non ci sono proprio. Ci sono però anche casi contrari e magari da parte della scuola o dei singoli insegnanti c’è un po’ di accanimento ed è proprio qui che dobbiamo lavorare per migliorare i rapporti.
Una valida alternativa a queste problematiche sono le scuole a carattere sportivo. Il programma di insediamento dell’attuale Presidente della F.I.S.I. nazionale, il dott. Coppi, che risale a tre anni fa, era chiarissimo, almeno una scuola per Regione con indirizzo sportivo specifico per gli sport invernali. E’ una realtà che si stà avverando e noi come Friuli Venezia Giulia siamo stati tra i primi grazie al Liceo Scientifico “Bachmann” di Tarvisio. Fatta la dovuta premessa sull’indirizzo scolastico che è quello scientifico che purtroppo non può soddisfare le esigenze di tutti, la realtà del “Bachmann” la possiamo ben considerare come un fiore all’occhiello sia del movimento scolastico che delle discipline della neve. Basti ricordare che al primo insediamento di tre anni fa non si riusciva nemmeno a raggiungere il minimo numero di iscritti per costituire una classe, mentre, per il prossimo anno scolastico sono stati fatti i test tecnici di ammissione per scremare un folto gruppo e costituire due classi prime, dovendo purtroppo rinunciare ad iscrivere una decina di ragazzi. Tra le altre cose dal prossimo anno le classi saranno divise anche per disciplina in modo tale che le diverse necessità di allenamento portino le singole discipline ad avere una propria autonomia nel complesso dell’orario scolastico.

Nelle valutazioni fatte qualche rigo fa, abbiamo parlato di un assottigliamento dei praticanti l’agonismo man mano che l’età cresce. Una delle motivazioni che portano ad un graduale abbandono dei ragazzi lungo questo percorso è la visione di un punto di arrivo agonistico che è la categoria juniores, senza grandi speranze per un futuro da atleta professionista. Solo pochissimi atleti giovani di alto livello, attraverso l’arruolamento nei Corpi Sportivi Militari, riescono a coronare con successo il lungo percorso sportivo fin qui fatto. Questo è un argomento molto importante già analizzato e posto in discussione dalla nostra direzione agonistica regionale, in Federazione a livello nazionale. Ogni anno al massimo riusciamo a trattenere nell’attività sportiva ad alto livello (ultimo anno junior) non più di 10 giovani tra donne e maschi che trovano sistemazione nei gruppi sportivi militari. I gruppi sportivi militari stessi non riescono ad assorbire un numero più elevato causa anche la congiuntura nel nostro paese che vede stringere un po’ le borse di tutte le istituzioni. Due sono le proposte per ovviare a questo forzato abbandono dei giovani ed in particolare per diminuire il numero dei giovani che a mano a mano che vanno verso le categorie superiori tendono a smettere non intravedendo la possibilità di arruolarsi e non avendo altre alternative. La prima è di indirizzo Federale. A livello internazionale esiste la Categoria Under 23 alla quale sono anche abbinati i Campionati del Mondo di categoria. E’ stato proposto di istituire questa nuova categoria che permetterebbe ai giovani di continuare almeno fino a 23 anni supportati ancora dai Comitati Regionali con un adeguato trasferimento di fondi da parte della Federazione. La seconda è di indirizzo scolastico ed è strettamente inerente al nostro oggetto. Sull’esperienza della scuola americana, bisogna operare a livello universitario affinché coloro che desiderano continuare gli studi possano trovare un indirizzo scolastico legato allo sport e con strutture che diano la possibilità ai giovani di proseguire l’attività agonistica. La nostra Regione tra l’altro offre questa opportunità grazie alla presenza a Gemona del Friuli della facoltà di Scienze Motorie. Sono queste le strade da percorrere e con l’impegno di tutti daremo l’opportunità a tanti giovani che nell’età scolastica superiore, per vari motivi, non sono riusciti ad esprimersi al massimo, di avere la chance di provarci ancora. E la scienza ci insegna che l’uomo in queste fasce di età è ancora in fase di crescita ed evoluzione e non è detto che i talenti non possano emergere anche da queste nuove opportunità. (4- continua)


Andrea Di Centa


(nella foto Ilenia Casali)