27/3- CLUB: Livio Manzin lascia la presidenza dello Sci Club 70

27-3-2009 «Il destino di un presidente è di andare via in tempo ed essere elogiato per quanto fatto o di prendere una pedata nel sedere ed essere dimenticato: nel mio caso per fortuna si è verificato il primo caso».
Livio Manzin, massima carica dello Sci Club 70, sta per abdicare: il prossimo 6 aprile lo storico decano dello sci giuliano dopo quasi 40 anni di attività si farà da parte. Nato a Trieste il 18 settembre 1931, ex tesserato del Dlf (il padre era ferroviere), poi fondatore del gruppo sportivo sciistico delle Acli di Trieste, Manzin alterna un passato tra giocatore di calcio e sciatore. La sua fortuna più grande però arriverà in qualità di dirigente prima e presidente poi.
LA PISTA DI PLASTICA. In un capannone in via dell’Istria Manzin porta la prima pista di plastica composta da uno scivolo di 8x12m. «Il successo fu enorme sia in termini di iscrizioni sia come risonanza che ebbe l’evento tanto da apparire sui media nazionali», ricorda Manzin. Per ragioni connesse ad un fattore prettamente politico – «le Acli si stavano sempre più orientando a sinistra» – Manzin assieme ad un centinaio tra ex dirigenti ed amici fonda l’8 settembre 1970 la Polisportiva Libertas–Sci Club 70: «Io venni eletto subito presidente e fui scelto anche perché ero tra i pochissimi a non avere figli o parenti che sciassero per il club».
IL NUOVO SODALIZIO. Con la nascita della 70 la società decide di agire in grande. Nel settembre del ’71 nel comune di Duino Aurisina a pochi passi dal passaggio a livello di San Pelagio il sodalizio sfrutta una piccola dolina per creare una vera pista di plastica: 50 metri di discesa con tanto di skylift con motore a scoppio a benzina e una baracca di legno adibita a bar, segreteria e spogliatoio. Nell’84 però un incendio doloso distrugge tutta la struttura. «Fummo presi da grande sconforto anche se la volontà di ricominciare fu immediata». Nel giro di 45 giorni grazie alla Fondazione CRTrieste viene ricostruito ex novo tutto.
I PERSONAGGI. Quattro sono i grandi artefici assieme a Manzin della nascita e dello sviluppo della 70 come spiega lo stesso presidente: «Giorgio Hlavaty, che collabora tuttora per la realizzazione delle gare e autore dei premi assegnati durante il nostro Trofeo Biberon, Silvano Rizzian, socio fondatore ed ex d.t. del gruppo, Renato Fonda, maestro di sci responsabile dell’impianto di Aurisina e Mario Lucchesi, amministratore e presenza fissa del sodalizio».
GLI ATLETI. I successi maggiori sono arrivati grazie a Cristina Mauri, campionessa del Mondo di sci d’erba ed ex atleta azzurra. Nello sci alpino Calypso Cesca è sicuramente l’atleta che ha raggiunto le vette più alte sfiorando la nazionale. Manzin è però molto legato anche alla squadra rosa della metà degli anni 70 composta da Paola Hlavaty, Cristina Zoch ed Alessandra Skerk. A livello maschile ricorda Alessandro Fonda, Maurizio Barzan, Luca Fonda ed i fratelli Rizzian.
I RICONOSCIMENTI. Stella d’argento e di bronzo del Coni, nomina di Cavaliere della Repubblica ed ex vice presidente del Comitato Fisi regionale, Manzin è soddisfatto di quanto ottenuto: «Abbiamo fatto tutto nel limite del possibile cercando sempre di migliorarci».

di Riccardo Tosques, dal Piccolo

nella foto Livio Manzin con il presidente della FISI FVG Franco Fontana