17/12- COMBINATA: Giuseppe Michielli stimolato dalla concorrenza

17-12-2008 La prima tappa stagionale di Coppa del Mondo non è andata certo come Giuseppe Michielli aveva immaginato. A Trondheim il poliziotto di Tarvisio ha concluso nelle retrovie, molto lontano da quella zona punti che alla vigilia inseguiva, anche perché negli allenamenti precedenti si sentiva bene e le sensazioni erano positive. In gara, però, Michielli è stato tradito dal salto, il suo tallone d’achille, ancora di più dopo l’infortunio del dicembre 2006 che gli costò l’intera stagione, e non solo.
«In effetti quell’incidente l’ho pagato parecchio anche nell’anno successivo, sia dal punto di vista fisico che mentale – commenta il ventitreenne della Fiamme Oro -. Sul salto, infatti, avevo perso sensibilità e tranquillità, ma pian piano le cose stanno migliorando. E’ evidente, comunque, che il mio punto di forza sia il fondo».
– Adesso in squadra siete in sei, situazione ben diversa rispetto al recente passato, quando eri l’unico italiano a disputare la Coppa del Mondo.
«E’ importante che i giovani crescano, anche perché la concorrenza offre stimoli importanti. Del resto l’Italia ha tre posti a disposizione, perciò saremo costretti a dare sempre il meglio per essere convocati».
– In attesa delle Olimpiadi 2010 di Vancouver, quali obiettivi ti sei posto per questa stagione?
«Sicuramente i Campionati Mondiali di Liberec, in programma dal 19 al 28 febbraio. E’ chiaro che la Coppa del Mondo ha una grande importanza, ma se dovessi effettuare una scelta non avrei dubbi».
– La nuova formula della gare di Coppa, ovvero una prova dal trampolino e poi 10 km di fondo, ti piace?
«Sì e penso anche mi possa favorire, sempre che riesca a saltare una misura decente (sorride, ndr). Mi favorisce perché rispetto ad una Sprint ci sono 2500 metri in più di fondo e quindi potenzialmente aumenta lo spazio per recuperare quanto perso dal trampolino».
– L’unica differenza fra una gara e l’altra, ora, riguarda il trampolino: alcune prove si svolgeranno su quello piccolo, altre su quello grande.
«Ma non credo cambierà molto le cose , anche se a occhio e croce sul piccolo è favorito chi si esprime meglio sugli sci stretti. Però aspettiamo qualche gara per giudicare».

di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino