27/9- ALPINO: un’interessante proposta da Barbara Lepschy

27-9-2006 Pubblichiamo la mail inviata al presidente della FISI nazionale Gaetano Coppi da Barbara Lepschy, vicepresidente del Comitato Provinciale di Pordenone e membro della Commissione Discesa del Comitato Regionale. La mail è stata inviata per conoscenza anche al presidente del Comitato FVG Franco Fontana, ai consiglieri regionali, ai consiglieri nazionali, a tutti i presidenti di Comitato e ai responsabili tecnici della Commissione Giovani.

Mi permetto di inviare queste considerazioni scaturite da un’attenta analisi e discussione effettuata da diverso tempo nel nostro Comitato e attraverso molteplici incontri anche tra i nostri club. Mi presento brevemente: sono Lepschy Barbara, un’ex atleta, maestra di sci e da due mandati vice presidente provinciale Fisi di Pordenone e membro della Commissione Discesa del Comitato Friuli Venezia Giulia.
Da diverso tempo sono emerse alcune problematiche concernenti alle esigenze ed aspettative dei nostri atleti/studenti che desidero porre alla vostra analisi ed  attenzione.  Vi scrivo quindi per sottoporvi un problema che può influire in maniera determinante nella formazione tecnico/sportiva dei nostri ragazzi e in senso più generale della nostra stessa federazione.  
E’ un dato purtroppo assodato che esiste un altissimo abbandono di atleti dalla categoria Aspiranti in su, questo è determinato dal fatto che chi volesse proseguire nell’attività agonistica si deve inevitabilmente scontrare con le problematiche che si vengono a creare nel conflitto d’interessi tra l’attività agonistica e quella scolastica che sta volgendo a fine ciclo: da una parte gli ultimi anni della categoria Giovani decisivi per un’ascesa agonistica e dall’altra gli ultimi due anni del ciclo scolastico delle superiori decisivi per la formazione scolastica e l’eventuale accesso alla formazione universitaria.
Come siamo tutti consapevoli la preparazione scolastica ha una preponderanza nelle aspettative delle famiglie, quale base per una futura vita professionale e nello stesso tempo le attese di carattere sportivo vengono ad essere intaccate. Ad eccezione degli atleti che frequentano le “scuole sportive“, la vita scolastica della maggior parte degli atleti, è penalizzata dall’atteggiamento pregiudizievole, se non del tutto – ed immotivatamente – ostile del corpo insegnante nei confronti di qualsiasi atleta agonista – ma la scuola non doveva formare i giovani anche sotto l’aspetto fisico/motorio?.
Considerando poi che negli ultimi anni lo sviluppo tecnico/fisico si sta spostando verso l’alto di due o tre anni, vedi l’esplosione e la maturazione degli atleti di quasi tutti gli sport verso i 21/25 anni, il sovraccarico psico/fisico a cui i nostri ragaazzi sono sottoposti è anticipato in relazione alla loro reale maturazione agonistica. E’ assodato inoltre il fatto che molti atleti hanno avuto una maturazione durante i primi due anni di percorso universitario perché liberi da impegni scolastici pressanti  potendo gestire il tempo in maniera più proficua e modulare.
Da tutte queste considerazioni e da una disamina più approfondita effettuata nel nostro territorio e da conversazioni informali con responsabili anche di altri Comitati, ho riscontrato che questa problematica è assai diffusa specialmente da chi come le famiglie non vede solo l’aspetto puramente agonistico dei propri figli ma anche l’aspetto culturale/formativo e sociale dei propri ragazzi, cosa che tutte le federazioni mettono in evidenza nei propri programmi. 
Come poter dare una risposta a tutto ciò? Altre federazioni sia italiane che estere hanno già affrontato queste problematiche con varie soluzioni, una tra le quali la rimodulazione delle categorie. Potremmo anche noi ipotizzare uno slittamento verso l’alto delle modalità di accesso alle squadre nazionali ed effettuare le scelte verso la più completa maturazione psico/fisica degli atleti, quindi verso i 19/23 anni, aggiungendo una nuova categoria prima del passaggio ai Senior che vada a coprire questa  fascia di età. Con questa nuova categoria si potrebbero raggiungere diversi scopi: da una parte i ragazzi porterebbero a conclusione il loro percorso scolastico senza stress, dall’altra ancora potremmo tenere alta la partecipazione all’attività agonistica di molti atleti perché non più costretti a dare il loro massimo in concomitanza con la maturità . Altro motivo di interesse di carattere gestionale è quello legato al fatto che gli atleti potranno lavorare più a lungo con i club e i comitati di appartenenza senza per questo essere impoveriti tecnicamente. 
Penso che queste considerazioni non siano le prime che vi vengano sottoposte, ma spero vogliate farle vostre e siano di stimolo per dare delle soluzioni a questa esigenza che viene dalla base e che le possiate quindi promuovere nelle sedi opportune. 
Vi ringrazio cortesemente per il tempo che avete dedicato alla lettura di queste considerazioni. Certa di un vostro interessamento e analisi di questa problematica, vi ringrazio anticipatamente per quanto farete

Barbara Lepschy