10/1- SALTO: Sebastian Colloredo vuole l’oro olimpico

10-1-2006 "A Torino voglio vincere la medaglia d’oro".
Apperò! Mica male questo diciottenne di Camporosso, da un mese balzato alle cronache sportive per le sue performance nella Coppa del Mondo di salto. Sebastian Colloredo sta ripercorrendo a grandi passi le orme di Roberto Cecon, attuale aiuto allenatore del finlandese Lepisto in squadra nazionale.
"Perché sono così fiducioso? Semplice. Ho più di un mese per migliorare ancora tecnicamente e perdere tre chili di peso, che significa guadagnare 12 metri in gara".
-Puoi essere più chiaro?
"Certo. La Fis, dopo i rischi di anoressia corsi da molti atleti, ha stabilito dei limiti nel rapporto peso/altezza. Ebbene, Janda e Ahonen, attualmente i migliori del circuito, non possono perdere ulteriori chili, mentre io ho un margine di tre, che intendo sfruttare da qui alle Olimpiadi. Se consideriamo che ogni chilo perso corrisponde a quattro metri guadagnati, ecco perché ritengo di essere in grado di competere alla pari con il ceco e il finlandese".
-Dove ritieni di avere maggiori possibilità?
"Non ci sono particolari differenze, anche se mi si addice di più il trampolino grande, dove conta molto la tecnica. Sul piccolo, invece, è importante anche la forza e al momento c’è più di qualcuno che mi è superiore. Ma, ripeto, ho un mese per preparare i due appuntamenti al meglio".
-Prima il decimo posto a sorpresissima di Harrachov, poi l’incredibile costanza di piazzamenti nella tournee dei "Quattro Trampolini". Ti aspettavi un inizio di stagione così all’esordio in CdM?
"Le prime indicazioni positive erano arrivate nei test estivi, quando il nostro gruppo era allo stesso livello di quello polacco, uno dei più competitivi al mondo. Certo, fino a un anno fa non potevo pensare di lottare fianco a fianco con i migliori in così poco tempo, anche se sapevo che con un tecnico di grandissima esperienza come Lepisto, i risultati non potevano mancare".
-Hai parlato giustamente di gruppo. In CdM è piaciuto molto, anche se ha avuto poca fortuna, il diciassettenne carnico Andrea Morassi, mentre i due tarvisiani Stefano Chiapolino e Marco Beltrame non sono finora riusciti ad esprimersi al meglio.
"Ma siamo tutti sullo stesso livello. Andrea ha un anno meno di me e può crescere ancora molto, mentre Stefano e Marco hanno pagato il fatto di dover gareggiare in Coppa Continentale senza il fondamentale appoggio di Roberto Cecon, che è stato dirottato in Coppa del Mondo nelle ultime gare. Sono convinto che al termine del raduno, previsto a partire da mercoledì, ci ritroveremo tutti sullo stesso ottimo livello, con buone possibilità di fare bene nella prova a squadre di Pragelato".
-A casa che dicono?
"E’ anche grazie a papà Fabrizio e mamma Daniela se sono arrivato dove sono. Mi hanno sempre sostenuto e sin da quando avevo dieci anni conservano i giornali che parlano di me, mentre ora si devono dedicare anche a registrare le gare in tv. Oltre a loro, mi sento di ringraziare Carlo Pinzani, che mi ha seguito da quando ho iniziato, avevo 6 anni, fino ai 15".
-Un’ultima curiosità: perché il nome Sebastian?
"E’ stato un compromesso fra i miei genitori, ai quali piaceva Sebastiano, e mia nonna austriaca, che voleva conservassi i legami con la sua terra d’origine. Per la cronaca, la scelta effettuata mi ha soddisfatto in pieno!".

di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino