15/11- FONDO: obiettivo Olimpiadi per Pietro Piller Cottrer

15-11-2005  "Io atleta simbolo del fondo italiano? Mah, sinceramente non mi ci vedo in questo ruolo, anche se sono consapevole del fatto che la conquista di un titolo mondiale non sia impresa da tutti i giorni".
Pietro Piller Cottrer fa professione di modestia, ma i fatti parlano chiaro: è lui l’atleta dell’anno Fisi grazie ai voti ricevuti sul sito internet della federazione. La premiazione si è svolta in occasione della fiera "Skipass" di Modena, con il trentenne di Sappada vincitore su Giorgio Rocca e Elena Fanchini, due esponenti del ben più popolare sci alpino.
"Devo ammetterlo, ci speravo, ma era conscio che, agli occhi della gente, le due medaglie di bronzo di Rocca potevano avere lo stesso peso dell’oro conquistato nella 15 km di Oberstdorf. Fortunatamente è andata bene".
Fra l’altro "CaterPiller" succede a Gabriella Paruzzi, un’altra fondista uscita dal florido vivaio dell’allora Comitato Carnico Giuliano. Ora, però, è già tempo di guardare avanti: sabato parte la Coppa del Mondo, ma è ovvio che lo sguardo sia già rivolto in direzione di Pragelato, sede delle prove olimpiche di fondo.
"La prova di Beitostolen sarà a tecnica classica e quindi non potrò partire subito con il botto, come accaduto in altre occasioni. In ogni caso mi sento bene e oltretutto miglioro ogni anno di più nel passo alternato. Comunque otto giorni dopo ci sarà la 15 km tl di Kuusamo e lì punto decisamente in alto".
-La consapevolezza della tua forza è aumentata dopo il trionfo iridato?
"Non ho mai avuto dubbi sulle mie qualità, ma quell’oro è stato comunque un tassello importante per rendermi ancora più sereno, tranquillo e consapevole dei miei mezzi".
-Che clima si respira all’interno della squadra azzurra?
"Molto buono; il gruppo si sta affiatando e compattando sempre più, anche perché sappiamo che in molti possiamo lottare per le prime posizioni, compresi i tanti giovani in costante crescita".
-Sai già le gare che disputerai alle Olimpiadi?
"Dovrei essere al via del Doppio Inseguimento, della staffetta, anche se in questo caso verrà valutato lo stato di forma in quel momento, e della 50 tl con partenza in linea, che concluderà la manifestazione".
-Hai preferenze particolari?
"No, prendo tutto ciò che capita! Scherzi a parte, la prima gara sarà dura perché tutti arriveranno in gran forma, l’ultima perché una 50 km non è mai facile, anche se è la prova a cui sono più legato, perché mi ricorda il primo successo in Coppa del Mondo nel ’97 ma anche i Mondiali del 2001, quando rischiai l’assideramento dopo essere transitato secondo a 5 km dalla fine. Nella staffetta puntiamo a ripetere, e speriamo vincere, il duello con la Norvegia".
-Ti piace la pista di Pragelato?
"Forse non è adattissima alle mie caratteristiche, ma dicevo lo stesso di Oberstdorf. E’ importante soprattutto arrivare all’appuntamento in forma. La quota? Può essere un problema per tanti. Noi, comunque, ci siamo preparati tutta l’estate a 3000 metri di altitudine".
-Dal prossimo anno nascerà il "Tour de Ski", ovvero otto gare in dieci giorni in sette località diverse fra Germania, Austria e Italia, con somma dei singoli tempi e 400 punti di Coppa del Mondo assegnati al vincitore finale. Che ne pensi?
"Tempo fa dissi: o mi rifugio in un no comment, oppure apro il libro e sparo a zero".
-Aprilo, allora…
"Mi sento di dire che boicotterò questa iniziativa, anche se poi magari mi ritroverò al via. Non credo che il nostro sport debba andare alla ricerca di questa forma di spettacolo copiata dal ciclismo, anche perché in quel caso raggiungere le località è molto più semplice. Sono convinto che per aumentare la popolarità del fondo sarebbe sufficiente migliorare la qualità delle produzioni televisive, attualmente a livelli molto bassi. Ho ancora negli occhi una gara in Repubblica Ceca, con il passaggio dei migliori agli intermedi e la regia a proporre invece le partenze di atleti di seconda e terza fascia. Chi non cambierebbe canale?".
-Dopo le Olimpiadi ci sarà un assaggio del Tour in Scandinavia.
"Ma chi è quel pazzo che deciderà di partecipere, nel giro di sette giorni, alla Vasaloppet di 90 km, alla 50 km di Oslo, a due sprint e a un doppio inseguimento? Boh".
-Cosa ne pensi delle dichiarazioni di Bode Miller, il quale in sostanza ha caldeggiato la liberalizzazione del doping?
"Mi è caduto un mito, non farò più il tifo per lui, anche se, ritornando al discorso precedente, il "Tour de Ski" è una vera e propria istigazione ad aiutarsi con metodi non leciti. Detto questo, ora guarderò le gare di discesa solo per vedere gli italiani, non certo Miller".
-Chi è più popolare a Sappada fra te e "Sissio" Fauner?
"Adesso è troppo facile: credo il sottoscritto. Però non si può mettere sullo stesso piano epoche diverse, perché a suo tempo Silvio era molto più popolare di quanto lo sono io ora. Del resto quindici anni fa arrivare nei primi dieci in Coppa del Mondo era una festa; adesso se non sali sul podio sei quasi snobbato, perché gli appassionati di fondo sono stati abituati bene".

di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino