4/10- SKIROLL: Trofeo Sportuful targato Comitato Fisi Fvg

4-10-2005. Per la quarta volta Pietro Piller Cottrer ha iscritto il suo nome dell’albo d’oro nel Gran Prix Sportful. Il suo tempo di 36’17”6 sul tracciato di km 11,3 da Farra di Feltre al Passo Croce d’Aune è di soli 5 secondi superiori al primato personale su questo tracciato, ottenuto l’anno scorso e di 1’28” al record stabilito da Muehlegg nel 2001 ma in ben diverse condizioni ambientali. Il tedesco naturalizzato spagnolo, che quattro mesi dopo alle Olimpiadi, dove aveva vinto 3 medaglie d’oro, sarebbe stato squalificato per doping, in quell’occasione trovò una splendida giornata di sole e una strada perfettamente asciutta. Domenica, invece, si è gareggiato nelle peggiori condizioni immaginabili per una gara di skiroll: freddo, acqua battente a scaricarsi su una strada già sempre intrisa d’umidità per conto suo, nebbia a rendere l’ambiente ancora più uggioso. E non era neppure nelle migliori condizioni fisiche, in quanto reduce da appena tre giorni da un periodo di allenamento sul ghiacciaio dello Stelvio: proprio il momento più negativo in quanto l’organismo, di norma, deve ancora assorbire il duro lavoro in quota e non beneficia degli effetti dell’altura che si evidenziano a distanza di non meno di una settimana. Con il risultato che le prestazioni risultano penalizzate invece che influenzate in maniera positiva.

Nella stessa situazione si trovavano evidentemente anche i compagni della nazionale probabile olimpica, con i quali ha potuto vedersela ad armi pari, ma non gli elementi della seconda squadra azzurra, delle nazionali spagnola e finlandese e dei gruppi sportivi militari. La classica situazione di livellamento di valori che poteva rendere incerto l’esito della corsa e lasciava perplesso lo stesso atleta, ma che di fronte alla forza e alla classe dell’iridato della 15 km ha finito per risolversi ugualmente in una marcia trionfale.
Al di là delle aspettative non solo sue, che temeva l’amico-rivale Giorgio Di Centa con il quale ha già condiviso un successo in questa manifestazione, ma anche dell’allenatore Chenetti che ha seguito con interesse la prova dei suoi ragazzi.


Non c’è stata praticamente storia, malgrado la rottura di un bastoncino che gli ha fatto perdere tempo nella concitata fase dell’avvio quando tutti vogliono prendere le posizioni di testa e si buttano all’arrembaggio senza esclusioni di colpi. Tanto è vero che Thomas Moriggl, che sembra non aver risentito per niente la drammatica notte passata da disperso nelle valli dello Stelvio, ha pensato bene di mettersi davanti a fare l’andatura piuttosto che rischiare di farsi cavare gli occhi da qualcuno. Una trenata che ha creato la prima selezione. Alla seconda, e definitiva, ha provveduto poi lo stesso Piller, nello stesso tornante in cui ha messo le basi dei tre successi precedenti.

Rientrato in gruppo, il tempo di tirare il fiato e si è subito involato con la sua classica pattinata lunga, terribilmente efficace. Roba da manuale. I venti metri di vantaggio immediatamente acquisiti si sono progressivamente ampliati; Di Centa, che non ha lo stesso scatto ma recupera in progressione, questa volta non è riuscito ad agganciarlo. Gli è rimasto vicino per un chilometro, senza però guadagnargli neppure un metro, per poi trovarsi costretto a mollarlo. Il “cagnaccio”, che pure in questo momento è considerato il più in forma della squadra per massimo consumo di ossigeno e tempo di resistenza sul nastro trasportatore (31 minuti contro il precedente primato di 29), questa volta non è riuscito a mordergli le caviglie. Troppa differenza di ritmo. Il distacco, salito a mezzo minuto, si è leggermente ridotto solo sul finale quando Piller, ormai certo del successo, non ha insistito. Gran gara comunque anche la sua, anche se naturalmente non l’ha lasciato soddisfatto poiché su questo percorso sa di valere il compagno di squadra e non ci sta a perdere, ma l’indiretta conferma che il cammino verso le Olimpiadi procede bene, secondo programmi e aspettative.

Il vero protagonista, comunque, è stato il terzo classificato, Simone Paredi. Specialista dello skiroll, vincitore all’Alpe di Huez, la più prestigiosa corsa del Rollski Tour che ha come teatro l’epica salita del Giro di Francia, il comasco portacolori dell’Esercito in queste terribili condizioni ambientali si è esaltato. Ha meno “motore” dei due fondisti, ma una tecnica che sul bagnato esalta le sue doti di skirollista, che gli permette di pattinare senza scivolare quando scarica la spinta sull’attrezzo. Valerio Checchi, per esempio, è caduto due volte, riportando una brutta botta ad un braccio che lo ha messo fuori gioco; lui, invece, si è messo dietro tutti gli altri migliori fondisti. Meno i due che, guardacaso, sono stati oro e argento ai Mondiali di Oberstdorf. Il meglio che ci sia in circolazione, è già stato bravo a non farsi condizionare. Come Piller, ha potuto contare sulla preparazione dell’attrezzo. Ruote della mescola color verde, ulteriormente lavorate a mano da D’Incal per far presa sul bagnato e che hanno c
ontribuito a fare la differenza. Come già a Sestola, in Coppa del Mondo.

Prestazione eccezionale, dunque, quella di Paredi: mai nessun skirollista era riuscito a tanto in questa gara, neppure Alfio Di Gregorio, che stavolta si è ritirato a metà percorso. E’ da tempo che non sta bene, ma non ha voluto rinunciare a questo appuntamento per lui tradizionale. Si è fermato dopo 4 km, vomitando anche l’anima, il che gli ha fatto capire che è venuto il momento di tirare il fiato e di prepararsi con calma per la prossima stagione di skiroll, specialità nella quale è ancora irraggiungibile da parte degli altri specialisti, anche se gli anni di attività cominciano a farsi sentire. Il suo erede c’è ed è Paredi: in questa occasione il primo passaggio di consegne. Il resto verrà col tempo: con l’anagrafe, purtroppo, neppure “il re” può barare.

Fra le donne ha vinto, a sorpresa, Marina Piller. Chi la dava per spacciata, come fosse una meteora, ha dovuto ricredersi. Ha corso con intelligenza. Non si è fatta prendere dalla smania di protagonismo in avvio, e ha impostato la sua gara in progressione recuperando progressivamente il distacco da Viviana Druidi fino a raggiungerla quando il traguardo era ormai vicino per superarla di slancio. Era una gara di skiroll che in quanto tale, al di là di Stephanie Santer, non offriva termini di confronto con altre fondiste, perché l’hanno disertata, ma si sono potute trarre ugualmente buone indicazioni. Innanzitutto che regge bene ad una fatica così dura, e questo significa che Carlo Petrini, il suo allenatore, ha lavorato bene, e che ha potenzialità ancora da sfruttare. Con le difficoltà che sta attraversando il settore femminile, non è da escludere un suo recupero per la causa olimpica. Inossidabile come sempre, insensibile al peso dell’età, Eugenia Bitchougova, prima fra le dame ma quinta nella classifica assoluta. Trasferitasi dalla Russia in Trentino, è come il buon vino di questa regione: migliora con il passare del tempo. Tanto di cappello.

di Giorgio Brusadelli , da www.fondoitalia.it

(nella foto www.skiroll.it, Pietro Piller Cottrer in azione a Feltre)