22/7- SKIROLL: Mateja Bogatec, una studentessa sul podio di CdM

22-7-2005. E’ in lotta per la Coppa del Mondo e, per la prima volta, ha vinto, oltre che il tricolore dello sprint cui era già abbonata, anche quello del “Campionato italiano in piano“. E’ soddisfatta ma non si esalta Mateja Bogatec, triestina che fa parte di una comunità di madrelingua slovena, studentessa del 4° anno di Economia e Commercio, ritornata in grande alle gare dopo un intervento chirurgico al legamento crociato nel febbraio 2003. Quanto alla Coppa, è conscia di avere ancora dei limiti e punta quindi al terzo gradino del podio. Con realismo. “La russa Vedeneeva è ancora fuori dalla mia portata. Sul misto è la più forte, e fa punti anche nello sprint. Non vince, ma è sempre a ridosso. E anche la Rodina è sempre lì. Potrò cavarmela nelle prossime gare in Croazia e in Germania ma a Sestola, nella prova di chiusura, perderò nei percorsi in salita l’eventuale vantaggio che potrò guadagnare nello sprint di Pavullo. Per quanto mi stia allenando in maniera specifica, quella salita mi farà soffrire”.


Pura questione non tanto di tecnica quanto di forza di braccia. “Resta il mio punto debole, anche se ho fatto notevoli progressi con opportuni lavori nella palestra dove sono istruttrice di pesi e con l’ercolina a casa. I risultati cominciano a vedersi sulle salite brevi, e sono ancora da costruire in quelle più lunghe e ripide. Riesco già a fare un bel doppio. Un grosso passo avanti”.

Ha idee chiare questa bella ragazza di 23 anni, che è l’antitesi delle atlete che deve affrontare che molto spesso di femminile hanno ben poco. Specialmente quelle del blocco ex sovietico. Molto intelligente, estroversa il necessario, gentile e affabile nella conversazione. Sugli skiroll ci sta ormai da 18 anni, seguendo l’esempio di papà Boris che ha portato lo skiroll a Santa Croce, a pochi chilometri da Trieste, e ha seguito la strada del fratello David, di 4 anni maggiore di lei. Ci è arrivata impegnandosi contemporaneamente per una decina d’anni nella danza classica e per quattro nell’atletica leggera. Salto in lungo e sprint. Lo scatto e la velocità che ora la caratterizzano, evidentemente erano già nel suo DNA. Lo sci di fondo lo pratica da sempre ma limitatamente, e quel poco a fine di allenamento per lo skiroll. Agonisticamente lo ha circoscritto a qualche gara promozionale giovanile. Non c’è neve dalle sue parti e per trovare piste ci si dovrebbe spostare a Tarvisio, Piancavallo o in Slovenia. Almeno un’ora e mezza di viaggio: troppo tempo perso per chi è impegnato negli studi. E lei è una che agli studi ci ha sempre tenuto, senza che andassero a detrimento delle prestazioni sportive.


Per lo skiroll è diverso. In zona ci sono diverse strade scarsamente trafficate che permettono di allenarsi con una certa facilità. Percorsi misti, tecnici, anche di 20 km, però senza salite di una certa lunghezza che penalizzano una preparazione specifica. Quelle le deve andare a cercare in Slovenia. “Ce n’è una di 12 km, con pendenze dall’8 al 10%, che è ideale. Con le compagne di squadra mi sono proprio allenata in questi giorni in preparazione del campionato italiano in salita di domenica a Verrayes. Si corre a tecnica classica, nella quale in salita mi esprimo meglio che a skating poiché vado più di gambe che di braccia. Non sarò certo la favorita, ma potrò difendermi meglio”.


Sul piano agonistico tutta la trafila delle categorie giovanili, iniziando a fare risultati da allieva in avanti ed entrando a far parte della nazionale quando di anni ne aveva 14. David, lei, Mateja Paulina (la prima a vincere la Coppa del Mondo) e, ultima in ordine di tempo, Ana Kosuta. Il suo sci club è ben rappresentato. Costituiscono il nocciolo duro dello Sportno Druskvo Mladina, la società della quale papà è presidente. Sta per “Società Sportiva Gioventù” in sloveno, come Mateja è il femminile di Matteo, che però non ha riscontri in italiano. Complessivamente 23 atleti solo per lo skiroll (8 seniores, 8 ragazzini di 10 anni, altri 7 da 10 a 13 anni), ai quali si aggiungono gli agonisti dello sci alpino che hanno ottenuto buoni risultati nel “Pinocchio” nazionale.

Una partecipazione impegnativa non solo economicamente ma anche materialmente. Due pulmini e qualche macchina privata per le trasferte quando l’organico è al completo; spese non indifferenti che vengono coperte con gli sponsor e con il ricavato di sagre paesane e la vendita di un calendario. Lo sponsor principale, Adriaker, è triestino. Una ditta di ceramiche per pavimenti e rivestimenti, arredobagno. Due fabbriche in zona, altre in Norvegia, dove è molto conosciuta. Poi diversi sponsor minori che aiutano a coprire le spese di un’attività che si fa sempre più importante con il passare del tempo e che, uscita dall’anonimato solo da un paio d’anni, è quella che, quanto a bilancio di risultati ma anche economico e prestigio ottenuti, attualmente gode di maggior credito all’interno della FIHP, la federazione che con l’hockey e al pattinaggio ha inglobato anche lo skiroll.


Il primo grosso risultato agli Europei di Rotterdam, nel 1988. Aveva 16 anni. Nello sprint, naturalmente, battendo anche le seniores. Categoria unica, tante olandesi e svedesi. Sempre podio, ma terzo posto, ai Mondiali categoria juniores: nel 2000 a Rotterdam ha trovato la strada sbarrata dalla svedese Magnusson e da un’olandese. La Magnusson si è ripetuta anche nel 2002 ai mondiali della Valle D’Aosta, con un secondo posto per la svedese Elena Kalander e un bronzo per Mateja.


Poi carriera momentaneamente bloccata dall’infortunio del 2003, risolto con un’operazione al legamento crociato che, sotto un certo aspetto, ha però contribuito al suo rilancio. La riabilitazione, grazie al fisioterapista triestino Mario Ciac, è stata infatti impostata sul piano sportivo. E’ così ripartita da zero anche con i programmi di allenamento. Prime buone prestazioni già nella stagione 2004, salto di qualità quest’anno. “Sto portando avanti una preparazione più mirata, con allenamenti specifici, di qualità, tanto per lo sprint che per la salita. Lavoro con le compagne di squadra, ma anche da sola. Minimo 2-3 ore tutti i giorni. Ci segue mio fratello David, che a sua volta sta impostando per se stesso una preparazione mirata a migliorarsi nello sprint, la specialità in cui si esprime meglio ed è logico che ci si giochi tutte le sue carte. Solo che in Glushkov ha trovato un grande avversario. Temibile ma comunque non imbattibile poiché è fortissimo nello scatto di avvio ma dà poi segni di cedimento nel finale. Quanto al salto di qualità in salita, oltre che dal potenziamento della forza di braccia, deriva dalla corsa su un tracciato che parte dal mare e arriva sull’altopiano, superando in 2 km un dislivello di 300 metri. Ci si fanno certe gambe ….”


Le gare di Coppa hanno dimostrato che, finora, le avversarie più pericolose sono le russe. “Bene impostate anche in discesa, reattive. Elena Vedeneeva è inavvicinabile in quanto atleta completa, quasi altrettanto buona la Rodina. Con la Firsova me la posso giocare. Il mio obiettivo è dunque il terzo posto: ne sarei felicissima. Devo comunque calcolare tutto, gara per gara. Nella prossima, a Oroslavje in Croazia il 19/21 agosto, cercherò di difendermi nel prologo, che è in salita e a tecnica classica, per riguadagnare con lo sprint e nell’inseguimento i punti persi punti nel prologo. In quella successiva, in Germania a Geyer il 2/4 settembre, sprint e mass start su un percorso misto, su pista asfaltata che ricalca quella di fondo. Un anello molto tecnico. Dovrei trovarmi a mio agio, sarà una bella lotta. La prova conclusiva è in Italia, a Sestola, sull’Appennino Modenese, il 17/18 settembre: doppio inseguimento e Rollissima, che mi vedono tagliata fuori dalla vittoria, sprint a Pavullo, dove invece posso farcela e guadagnare punti preziosi e determinanti per il podio finale”.

Il clou della stagione resta però il Mondiale a La Tremblade, stazione turistica francese sull’Atlantico. E’ in programma dal 9 all’11 settembre. “Un bel misto: punterò maggiormente sullo sprint, dove ho maggiori possibilità di medaglia, ma preparerò anche prologo e inseguimento”.


Problemi sul piano tecnico per quanto riguarda le discese? “Per niente. Mi lancio e spingo, non è certo la velocità a farmi paura, anche se il rischio di cadere c’è sempre. A Montebelluna, quando ho vinto il titolo, ho sprintato sul falsopiano prima dell’ultimo scollinamento e ho allungato in discesa staccando Viviana Druidi. Un margine di 5 secondi, che è bastato”.


Giusto per ribadire, idee chiare nello sport ma anche nello studio. “E’ difficile combinare entrambe le cose con il massimo risultato. Però credo di riuscirci proprio per una mia caratteristica naturale: più sono impegnata, più cose riesco a fare, anche se Economia e commercio è una facoltà dura e impegnativa. Mi mancano 5 esami e fra questi un paio dei più duri. Diritto commerciale e privato. Spero comunque di finire fra un anno”.


di Giorgio Brusadelli , da
www.fondoitalia.it

(nella foto www.skiroll.it, Mateja Bogatec con il fratello David)