FONDO- Paruzzi, la tranquillità prima del gran finale

9-3-2004. Gabriella Paruzzi è finalmente rientrata a casa. Sono stati venti giorni intensi quelli vissuti in Scandinavia, con tante gioie e qualche dolore. La tarvisiana era partita per la lunga trasferta del nord con 11 punti di ritardo dall’estone Smigun e 36 di vantaggio sull’ucraina Shevchenko. Tutti pensavano fossero queste le avversarie da battere per la conquista della Coppa del Mondo, ma Gabri guardava con molta più preoccupazione a quella norvegese, quinta con 553 punti, teoricamente lontanissima ma sulla carta la cliente più pericolosa considerando la tante Sprint da disputare.
Ed è andata proprio così: la Smigun è scoppiata, la Shevchenko ha pagato l’allergia alle Sprint e Marit Bjoergen ha vinto tutto ciò che poteva vincere, guadagnandosi anche un terzo posto nella 10 km tc di Umea. La Paruzzi, però, non ha mollato, anche se la giovane norvegese (24 anni ancora da compiere) si faceva sempre più vicina. Poi la stoccata, probabilmente decisiva, di Lahti, con due secondi posti consecutivi che sembrano aver steso definitivamente l’avversaria.
E ora manca solo il doppio appuntamento di Pragelato, al quale Gabri vuole arrivare serena. Impresa non facile, perché adesso un po’ tutti, anche chi non mastica il fondo, si è accorto di lei e, come si sa, il carro dei vincitori è sempre gremito. Telefonate e richieste di interviste, quindi, si sprecano, ma lei vuole isolarsi dal mondo almeno fino a giovedì, quando prenderà confidenza con quella pista che “rischia” di diventare storica non solo per lei, non solo per lo sci regionale, ma anche per l’intero sport nazionale.
Il nome di un’atleta che vince Coppa del Mondo e Olimpiadi, infatti, resta inciso per sempre nel libro della storia. E la Paruzzi ha già in mano una penna tutta d’oro per apporre la sua firma.


di Bruno Tavosanis , dal Gazzettino