FONDO- Patrick Di Centa “Sogno di essere alle Olimpiadi con zio Giorgio”

28-11-2003. Nell’obiettivo di Patrick Di Centa, diciannovenne speranza dello sci di fondo nazionale uscita dalla fucina dell’Us Aldo Moro, ci sono, per la stagione che sta per cominciare, la partecipazione ai campionati mondiali juniores 2004 e il podio dei campionati italiani di categoria.
Il grande sogno, però, che l’ultimo prodotto della “dinastia” Di Centa vorrebbe realizzare è partecipare alle Olimpiadi assieme allo zio Giorgio, migliore azzurro lo scorso anno nella classifica generale di Coppa del mondo.
«Se non sarà per Torino 2006 – dice il carabiniere Patrick – potrebbe accadere nel 2010, anche perchè credo che mio zio cercherà di arrivare fino là».

Ma Torino 2006, data la tua giovane età, non è troppo vicino?

«Non è detto. In due anni possono succedere molte cose. Dipenderà da me e proprio per questo dovrò lavorare sodo, “dimenticando” i divertimenti che mal si conciliano con la vita di un atleta».

Hai davanti una strada in salita: dalla nazionale juniores dovrai arrivare a quella maggiore e alla Coppa del mondo…

«Mi rendo conto che sarà dura, ma ce la metterò tutta».

Quest’anno parti dall’argento della 7.5 km tc e dal bronzo dell’inseguimento per arrivare dove?

«Sarà una stagione importante: oltre ai Tricolori di categoria, dove vorrei andare a medaglia, ci sono i Mondiali juniores di Styrn, in Norvegia, una vetrina che cercherò di non perdere. Agli ultimi campionati iridati ho fatto una sola gara e anche per questo spero di vivere i prossimi da protagonista e non da comparsa».

Sabato e domenica, a Livigno, con le prove di Coppa Italia, cominciano le gare, quali sono le tue sensazioni?

«Sicuramente migliori dell’anno scorso. I test sono confortanti, nell’ultimo, a Courmayeur, sono giunto secondo».

Con due genitori come mamma Rosy Pittino, fondista sempre sulla breccia, e papà Andrea, responsabile regionale della disciplina, stai maturando anche sotto lo sguardo orgoglioso di nonno Tane e con i consigli di zio Giorgio. Ti senti un privilegiato?

«Non è un privilegio, piuttosto è una fortuna poter condividere in famiglia ciò che fai e poi per me è quasi un dovere tenere alto il nome della famiglia».

Una famiglia nella quale non sono mai mancate grinta e carattere.

«Il nonno ogni volta che è possibile viene a sciare con noi e qualche volta c’è anche lo zio Giorgio, quando si allena a casa. Sono occasioni in cui il piacere di stare assieme sovrasta la fatica. Ho tanto da imparare e la presenza dello zio e soprattutto i suoi consigli sono preziosi, ma è anche al Gruppo sportivo dei Carabinieri, che mi dà la possibilità di allenarmi, che devo essere grato».


di Giancarlo Martina , dal Messaggero Veneto