SALTO/COMBINATA- Ritiro marino in Puglia per gli azzurri

10-7-2003. Rodi è un mucchietto di cubi bianchi aggrappati a un promontorio di calcare al margine del Gargano. Dietro ci sono limoni e uliveti e ancora più all’interno la terra sale fino alle faggete secolari della foresta umbra. Il cielo e il bianco delle case hanno una luminosità tutta mediterranea, con la luce che sembra uscire dal paesaggio stesso.


Due chilometri di spiaggia si allungano a ciascun Iato di questo piccolo borgo che sa di Levante; un trenino anzianotto sale dalla piana a vigne e grano di San Severo e ferma a una stazione-giocattolo quasi di fronte al molo.

L’Italia del Salto ha scelto la Puglia per ricominciare. A dire il vero, si dovrebbe dire “l’Italia del Salto e della Combinata”, perché al “Riviera”, ci sono anche i combinatisti, che sfruttano le salite e il fresco della foresta umbra per allenarsi.

E’ la prima estate in cui Fabio Morandini può operare con programmi tutti suoi. Fabio è la solita centrale operativa vulcanica, armata di telefono, entusiasmo e professionalità. Ha detto: “Quest’anno, tutti al mare”. E, dopo anni, si è tornati al mare, in questo paese tranquillo, fuori dalla mondanità.

L’accoglienza in albergo è stata amichevole e cordiale, tipica di questa meravigliosa gente del Sud. Lo chef è una specie di giovanissimo mago che usa con arte i prodotti della sua terra. E alla tavola dei tecnici gira un frizzantino di Locorotondo niente male…


Agli atleti e ai tecnici è stato consentito di portare famiglie e fidanzate. L’atmosfera è rilassata: si fa spiaggia, si organizzano gite, si sta con le persone care, o tra amici, si gioca e si scherza. Federico e Francesco Cecon, i figli di Roberto, sono tra i più attivi, naturalmente.


E’ la prima stagione senza Roberto Cecon atleta. Ma anch’egli è qui a Rodi, allenatore di prima nomina, a far da trampolino di lancio, con un gioco di parole, per questo pugno di ragazzini che aspettano Torino. Qualcuno, persino in questo borgo di sole e di mare, ha sentito parlare di lui, gli chiede l’autografo.


Il lavoro atletico e tecnico non manca. Si lavora una, due volte al giorno. La risposta dei ragazzi è pronta e entusiasta. Ognuno di loro vorrebbe prendere i I posto di Roberto e fare la sua carriera.

Lo staff tecnico sta coi piedi per terra; tre quarti dei ragazzi sono ancora Juniores, quindi per ognuno di loro ha ipotizzato un obiettivo attendibile, per i più una tappa di avvicinamento a Torino 2006. Sanno bene che la nuova stagione sarà dura, che ogni qualifica sarà una dura battaglia, che nemmeno un piazzamento all’Alpen Cup sarà facile.

Pure i ragazzi lo sanno, anche se adesso sguazzano apparentemente senza pensieri nell’azzurro del mare e si tuffano e inventano giochi, con la stessa vena di sana follia che li accompagna al trampolino.

da www.fisi.org


(nella foto Sebastian Colloredo)