SCI FONDO- La relazione di Andrea Di Centa: capacità professionale degli allenatori

9-5-2003. Seconda parte della relazione di fine stagione predisposta dal responsabile del fondo regionale Andrea Di Centa. Oggi in primo piano la “CAPACITA’ E PROFESSIONALITA’ DEGLI ALLENATORI”,

La categoria degli allenatori riveste una importanza primaria nell’apparato sportivo. Nella disciplina dello sci di fondo, per l’atleta, l’allenatore diventa quasi una assoluta dipendenza. Queste parole non devono far paura. Lo sci di fondo è uno sport di resistenza e di grande fatica. Gli atleti devono costruirsi degli schemi a cui aggrapparsi quando le difficoltà in allenamento ed in gara sembrano insormontabili. Qui, rispetto ad altri sport, la presenza dell’allenatore è determinante. Se partiamo da questo semplicissimo concetto già individuiamo che non possiamo prescindere da una categoria di allenatori che non sia capace e professionale. Beh non tutti sono perfetti ma tendiamo a guardare la media. La media degli allenatori capaci nella nostra Regione è molto elevata. Ed è elevato anche il numero degli allenatori che provengono tutti dall’S.T.F. la Scuola Tecnici Federali. Ad un nucleo storico di circa 18/20 allenatori, diplomati negli anni 70/80/90 si sono aggiunti non più tardi di un anno fa altri 10 giovani allenatori. Sintomo questo di buona salute del movimento e di grande voglia nei giovani di approfondire e migliorare le proprie conoscenze. Se a questo elevato numero di tecnici, affianchiamo i numerosi maestri di sci e collaboratori che operano soprattutto nei clubs ed in particolare nelle fasce giovanili più basse, raggiungiamo un numero di operatori abilitati che arriva oltre le 60/70 unità.

La figura dell’allenatore di sci fondo è molto composita con riferimento agli incarichi che di volta in volta è chiamato a svolgere. Diciamo subito che parliamo di allenatori di settore giovanile giusto per chiarire i concetti che andiamo ad esporre. In primis deve avere grandi capacità comunicative. Con i giovani bisogna colloquiare con i loro mezzi di comunicazione. Le trasmissione delle informazioni deve trovare un canale aperto, un linguaggio semplice e comunicativo. Deve avere buona tecnica di insegnamento. Come già esposto, lo sci fondo presuppone un gesto tecnico ben eseguito tendente alla perfezione per esaltare al massimo le capacità dell’atleta. E l’allenatore deve essere in grado di trasmettere il movimento. Deve essere in grado di individuare i difetti ed intervenire per correggerli. E i difetti si correggono solo nelle età giovanili e solo attraverso una grande applicazione. L’allenatore deve conoscere profondamente i metodi di allenamento, aggiornarsi continuamente ed essere sempre pronto a mettere in discussione di volta in volta, di anno in anno, i propri principi e le proprie certezze. Deve essere un buon preparatore atletico in grado di seguire l’atleta non solo sugli sci ma anche nei luoghi dove l’attività sportiva si svolge nel suo complesso. Deve avere buona conoscenza del materiale tecnico sportivo, delle scioline di tenuta e del materiale di scorrevolezza. Deve infine relazionare con il proprio club, con la Federazione e con i genitori. Come si vede le implicazioni di un allenatore sono tante e così variegate che ne fanno proprio una figura determinante nel pianeta dello sci di fondo.


La nostra Regione annovera una serie di allenatori che rispecchiano le caratteristiche di cui sopra, dove la capacità e la professionalità sono assolutamente presenti. Lo conferma il fatto che molti dei nostri tecnici hanno incarichi non solo nella squadra azzurra ma anche con Federazioni estere.

La figura professionale dell’allenatore nella disciplina dello sci di fondo è molto radicata all’interno delle società sportive. Spesso l’allenatore è anche Consigliere dello sci club che allena, proprio per la necessità di avere continue informazioni e relazioni coi i vertici dello sci club stesso. La programmazione dell’allenamento non può assolutamente prescindere dai programmi di lavoro di una società sportiva. Sono due linee che corrono parallele e che non devono scostarsi mai. E’ assolutamente discutibile ed improduttivo un rapporto di collaborazione fondato tra l’atleta e l’allenatore senza l’intervento della società sportiva. E’ una strada battuta da altre discipline anche nello sci, ma è un modello inadatto e controproducente soprattutto per l’atleta. Di questo modello traggono beneficio solo gli allenatori stessi che, in questo caso, non dimostrano professionalità.
Per quanto attiene alla squadra Regionale agonistica di Comitato, sono stati coinvolti gli allenatori con maggior esperienza e provata professionalità. Nel caso specifico inoltre i vari elementi rappresentano anche la massima espressione tecnica delle maggiori realtà sportive della Regione. Questo facilita le relazioni con le società sportive delle singole aree geografiche, facilita la presa visione e il monitoraggio del lavoro svolto dai giovani, garantisce un continuo flusso di informazioni sul lavoro svolto dagli altri tecnici. (2- continua)



Andrea Di Centa