Everest Speed Expedition, il diario di Manuela Di Centa (3)

22-4-2003. Un sottile strato di neve marca i nostri passi alla partenza da Pangboche. Ci incuriosiscono le donne e le ragazzine chine sulle terrazze coltivate a piantare patate a 4000 metri. La cima dell’Ama Dablam ci accompagna sino al piccolo villaggio di Periche. Periche è noto ad alpinisti ed trekkers per l’ospedale. La minuscola clinica costruita dall’Himalayan Rescue Association con fondi inglesi è situata al centro del villaggio, immediatamente riconoscibile per un alto traliccio con una pala che ruota vorticosamente (generatore eolico) e per i numerosi pannelli fotovoltaici sul tetto del prefabbricato. La clinica è specializzata in malattie e disturbi d’alta quota.

Il contrasto fra la ruralità del luogo e l’innovativa tecnologia che si mescola alla polvere, al fuoco dello sterco di yak, ai panni lavati al torrente, al pantano della strada mi fa riflettere. Entro nel cortile dell’ospedale, delimitato da muri di sasso, inciampo in una strana scatola che contiene una pentola: è un forno solare, per contrasto, appoggiata alla parete una arrugginita e pesante camera iperbarica, oramai obsoleta. Due semiconi metallici di dubbio gusto sono situati davanti all’ingresso, sulla loro faccia è incisa la lunga lista di nomi, delle persone decedute all’Everest.
Entro, ed il gentilissimo Dott Wilcox (americano), mi accompagna in una breve visita alla struttura ospedaliera. Avevo sentito parlare del mal di montagna, ma vedere i due pazienti dell’ospedale impossibilitati a respirare senza maschera di ossigeno mi impressiona.

Ogni pomeriggio il Dottor Wilcox e la Dottoressa Kirsten (danese) tengono una importante lezione su tutti i sintomi,i disturbi e le malattie di alta quota; vi partecipiamo con interesse insieme a un gruppo di trekkinisti; troviamo così conferma alle informazioni ricevute dal Dottor Roi (direttore medico Federazione Sport Alta quota e del centro Isokinetic),prima della partenza.

Il piccolo ospedale dipende totalmente dalle fonti di energie rinnovabile (aria e sole) per la sua funzionalità. Il minimo problema agli impianti eolico e fotovoltaico crea seri e gravi problemi ai pazienti. Mentre sostiamo nel villaggio l’ing. Raj (nepalese) sta tentando una difficile riparazione al generatore eolico. Filippo tenta di dargli una mano.

I due medici si uniscono a noi per la cena e veniamo a conoscenza dell’utilità della clinica per gli sherpa, abitanti della valle che soffrono spesso di malattie d’altitudine.
La cena viene interrotta da una chiamata urgente: un escursionista tedesco sta male al villaggio di Timboche.


Al mattino, zaino in spalla, incontro la dottoressa nel cortile dell’ospedale. Ha un aria sconfortata. L’elicottero richiesto per soccorrere l’escursionista tedesco, chiamato tre ore prima deve ancora arrivare. Kirsten mi confida con tristezza che la redditività nell’utilizzo dell’elicottero per i turisti sedentari mette in secondo ordine i soccorsi.

Un insieme di chorten e numerosi fazzoletti di preghiera in una mistica terrazza naturale ci obbligano a una sosta. Stiamo entrando nell’anima del Solu Kumbu. I chorten portano scolpiti su pietra i nomi di famosi alpinisti.
Camminiamo, e sentiamo aria di casa: la nostra casa ha forma di piramide.
E’ la Piramide del C.N.R italiano che dagli anni novanta consente a ricercatori italiani di effettuare studi e sperimentazioni in ambienti naturali estremi.

Il dialetto bergamasco delle Guide Alpine Ugo, Beppe e Guido mi accoglie sulla porta della piramide. Stanno eseguendo lavori di ristrutturazione sull’edificio, che per la verità mi sembra piuttosto malconcio. Comunque è sempre casa… E la sera mentre fuori nevica ritrovo lo stare assieme tipico di montagna. Il sentirsi a casa,continua al mattino con una buona moka di caffè italiano.


Il paesaggio è bianco e accecante. Siamo a cinquemila metri e a tre faticose ore di cammino dal Campo Base. Con Fabio, che è in allenamento, decido di raggiungere il Campo Base e di fare ritorno alla nostra Piramide entro sera…

Manuela Di Centa


da www.everestspeedexpedition.com

(nella foto la Piramide del C.N.R.)