Everest Speed Expedition, il diario di Manuela Di Centa (2)

17-4-2003. Abbiamo prolungato il soggiorno a Namche Bazar per consentire ad ognuno di noi di acclimatarci al meglio. Siamo a 3.400m, quota fondamentale ed importante per un buon acclimatamento.

La permanenza a Namche ci ha inoltre consentito di mettere a punto apparecchiature e strumenti, in particolare i sistemi satellitari (Regional B.Gun), che ci permetteranno di comunicare con il mondo, non solo dal Campo Base ma durante il trekking e la scalata.

Al Thamserku Lodge uniamo la cucina nepalese alla cucina italiana con chapati e bresaola. Intorno ad un tavolo incontriamo Gianpietro Verza che da anni è responsabile tecnico della Piramide del CNR situata a 5050 metri. Gianpietro ci ha aggiornato sulla situazione al campo base e sull’innevamento della montagna.

Ci godiamo la bellezza e la particolarità di Namche Bazar, camminando per le strette vie di ciotoli. Namche è situata in un magnifico catino, coltivato a terrazze dominato dalle bianche cime del Konde e del Thamserku. Incontriamo all’ingresso il suo enorme Stupa assediato da numerosi scalpellini che stanno ultimando i 108 cilindri di preghiere. Salendo, affianchiamo i cinque grandi mulini di preghiera mossi dall’acqua del torrente.
Rimaniamo affascinati durante la visita al Gompa (monastero), dai suoi dipinti e dai suoi colori che ci catturano

“Non mi trattengo dallo spingere e ruotare l’enorme cilindro delle preghiere che si trova nel monastero. Compio tre giri come prescrive la religione, le preghiere disegnate a forti tinte sulla ruota, nel ruotare vengono ripetute e volano verso l’alto del cielo.
A pochi passi dal Gompa, sul ripido pendio un enorme masso è affrescato con un Buddha coloratissimo. Il bosco di conifere e numerosi fazzoletti di preghiere lo onorano. Ai suoi piedi osservo un piccolo e consunto quaderno di preghiere.

Namche Bazar è un pullulare continuo di mercanti portatori, trekkers, guide, alpinisti, yak carichi di ogni mercanzia, di gerle di provviste, di zaini e di bidoni.
Namche è in una posizione strategica all’incrocio di numerose valli, sotto al passo Nangpa.

La via di commercio con il vicino Tibet, sede di un importante e coloratissimo mercato che mescola e rafforza i forti colori dei tetti e delle case.
Il sentimento religioso è molto sentito dagli abitanti di Namche. Numerose case e lodge hanno una stanza adibita a Gompa. Prima di lasciare questa “piccola capitale degli Sherpa”, abbiamo ricevuto una benedizione benaugurate e di protezione da parte del Lama che, con una cerimonia semplice ma significativa, ci ha augurato Ognibene per la scalata, offrendoci la sciarpa di seta benedetta (Kata).

Anche l’amabile Pemba, la scherpani che ci ospita, ci invita nel suo Gompa, situato all’ultimo piano della grande casa, e svolge un piccolo ed intimo rito donandoci un piccolo cordoncino benedetto da tenere al collo.
“…..è stato molto bello apprendere il significato delle preghiere del Lama e della devota Pemba rivolte al Sole, al Cielo,alle Montagne,al Vento,.all’Acqua alla Terra a tutti gli elementi che formano la natura. Comprendo perfettamente, l’armonia e rispetto che attraverso lo spirito questa gente ha per la sua terra e per le montagne. Infatti le montagne, dimora degli Dei, sono sacre.

Una faticosa e ripida salita ci porta subito in alto, sopra la tavolozza dei colori di Namche.
Ci appaiono subito le alte cime che anticipano la cima più alta: ci appare all’improvviso,un puntino lontano, lassù in alto “la Dea madre della Terra” Sagharmata. Non ce lo aspettavamo, rimaniamo sbalorditii, sua Maestà l’Everest è di fronte a noi, lontana,alta, e molto bella…….
Ci inoltriamo in un fitto bosco di rododendri e l’Everest scompare. Lo rivedremo….

Arriviamo al grande ed importane monastero di Tengboche immerso nella nebbia .
Più in basso un piccolo e affascinante monastero con canti e musica ci chiama.
Entriamo in un monastero di sole monache in un momento di funzione religiosa preghiere, mantra, tamburi, trombe tibetane, clarinetti.

Interrompiamo così il nostro cammino, entriamo e viviamo insieme a loro un momento di raccoglimento e meditazione.
Camminiamo per ore sino a Pangboche, sotto la bianca parete dell’Ama Dablam (la mamma e il suo bambino). Arriviamo sotto il suo sguardo nel piccolo villaggio di Pangboche. Allestiamo la stazione solare mobile per le ricariche….nevica…..

Manuela Di Centa


da www.everestspeedexpedition.com

Nella foto Manuela “inquadra” l’Everest